Tecnicamente lo M.24 fu uno dei migliori carri mai realizzati. Esso era di configurazione tradizionale: motore e trasmissione posteriore, armamento al centro e riduzione finale in prua. Una paratia separava la camera motore da quella dell'equipaggio. Il pilota sedeva alla sinistra della torretta ed aveva alla sua destra il suo secondo, che fungeva anche da marconista. Le sospensioni a barre di torsione, unite agli ammortizzatori idraulici (simili a quelle del cacciacarri M.18), rendevano il carro una stabile piattaforma di tiro: esse comprendevano cinque rulli gommati portanti e quattro reggicingolo per ogni lato. Posteriormente vi era il rullo di rinvio, in acciaio, mobile per la regolazione della tensione del cingolo.
Lo scafo era caratterizzato da una bassa sagomatura e da un buon profilamento delle forme: esso era costituito da piastre in acciaio saldate elettricamente e con inclinazione ben studiata. I motori erano due Cadillac serie 3G indipendenti l'uno dall'altro, situati nella parte posteriore dello scafo: essi erano del tipo 8V a carburazione, raffreddati ad acqua. La trasmissione comprendeva due frizioni idrauliche (una per motore) e due cambi epicicloidali a comando idraulico automatico per mezzo di regolatore centrifugo sulla trasmissione. Le marce erano quattro avanti con possibilità di escludere, con comando a mano, le due velocità superiori. La trasmissione era completata da:
- Un gruppo di rinvio, situato all'uscita dei due cambi, che accoppiava la potenza dei due motori e che realizzava due rapporti di velocità (marce normali e ridotte) e la retromarcia, permettendo poi di escludere la trasmissione di ciascun motore;
- Un albero di trasmissione (che collegava il gruppo di rinvio al differenziale): esso era in due pezzi, con supporto centrale, giunti cardanici e a cannocchiale;
- Un differenziale, del tipo cilindrico controllato, a rapporto di riduzione fisso. Il moto di ciascun semiasse veniva trasmesso alle ruote dentate motrici attraverso un albero di trasmissione ed un gruppo di riduzione finale.
Per la sterzatura vi erano due freni sui semiassi del differenziale, comandati da due leve di direzione.
La torretta era in acciaio, ricavata parte per fusione e parte con piastre saldate elettricamente: essa era brandeggiabile per 360° mediante congegno meccanico a mano o oleodinamico, ed era armata con un cannone da 75/37 M6 a traiettoria tesa, munito di girostabilizzatore, con otturatore a cuneo a scorrimento orizzontale a manovra automatica, congegno di sparo meccanico o elettrico, puntamento a cannocchiale mediante reticolo graduato oppure a mezzo di periscopio con cannocchiale incorporato. Per il puntamento diretto il pezzo faceva uso di un indicatorte azimutale e di un quadrante di direzione. L'armamento secondario comprendeva una mitragliatrice Browning da 12,7 mm contraerea in torretta, una Browning da 7,62 mm abbinata al cannone ed una terza Browning, anch'essa da 7,62 mm davanti al secondo pilota. L'armamento era completato, in origine, da un mortaio Tower da 50 mm, sistemato in torretta.
I portelli di accesso erano quattro normali, più uno di emergenza nel fondo dello scafo in corrispondenza del secondo pilota. La visibilità era assicurata (a portelli chiusi) da iposcopi per i piloti e da un cannocchiale di puntamento, inoltre era presente un periscopio con cannocchiale incorporato a sei prismi di cristallo tipo Bezel nella cupola di osservazione del capocarro.
L'impianto elettrico, a 24 V, comprendeva quattro batterie da 6 V collegate in serie, due dinamo a 24 V e 50 A/h, cavi schermati, soppressori di resistenza e filtri. L'apparecchiatura radio era costituita da una stazione SCR528 e, nei carri comando, da una SCR508 (due ricevitori).Vi era poi una AN/VCR 3 per il collegamento con la fanteria e un telefono per il collegamento carro terra e viceversa.
L'equipaggio era di cinque uomini: due nello scafo (primo e secondo pilota) e tre in torretta (capocarro, tiratore e servente).